SOCIALE E SANITA' MENTALE

LA SPAZZATURA SOTTO L'ERBA PERFETTA DEL VICINO

Salve caro lettore, eccoci di nuovo insieme per affrontare un altro di quei temi di cui si possono trovare centinaia e centinaia di articoli, frasi, parole, detti, citazioni…. che però nessuno poi riesce completamente a mettere in pratica.

Oggi parliamo dell'impatto dei social nelle nostre vite.


Oggi, come tutte le altre volte, parlerò da diciannovenne, sono giovane e ho vissuto gran parte, se non tutta la mia adolescenza, con Instagram, YouTube, Whatsapp e Google.

Non ti nego che da piccola io non mi sia mai posta il problema, ma adesso, dopo anni di finzione, paura, giudizi, e storie.. comincio seriamente a chiedermi come sia possibile che io, all'età di quindici anni, credessi e dipendessi da ciò che mettevano e mettevo nei social.

Caro lettore, io non voglio cominciare a dirti le solite cose, del tipo:

eh ma i social sono pericolosi perchè si potrebbero conoscere persone con cattive intenzioni..

eh ma quello che si mette su internet è per sempre..

eh ma quei quindici secondi di storia non sono la verità…

Perché, parliamoci chiaro queste cose in realtà le sappiamo tutti eppure ce ne freghiamo.

Perché per un ragazzo quello che vede nei social è importante e come si mostra lo è altrettanto.

Siamo circondati da delle maschere pirandelliane e non serve conoscere l'autore per poter dire che è così.

Ognuno di noi quando si fa una foto cerca l'angolazione giusta, a luce perfetta, lo sfondo bianco che elimina tutto il caos che abbiamo intorno, tutti siamo capaci di fare un sorriso finto, o di provare pose su pose, fare mille foto per poi postarne, forse, solo una.

Siamo succubi di questo mondo parallelo in cui tutti sono felici e sembra quasi un videogioco in cui vince chi è vestito meglio, chi viaggia di più, chi è più felice, chi ha più follower..

Il problema è che siamo talmente annebbiati da questa idea, da questa situazione, che non ci rendiamo conto di quanto sia finto e falso ea causa di questo noi ci sentiamo persone inutili e infelici perchè crediamo di essere in mezzo a gente che fa festa, ride , che è innamorata ed è piena di amici.

Caro lettore, lo saprai meglio di me quando sia facile mettere una storia con delle persone che magari nemmeno sopporti, quanto sia semplice fingere di essere con un ragazzo che in realtà è solo la tua amica che non si vede.

In questo mese è uscito un trend su Tik Tok, un altro social che in questi anni è scoppiato, ma che secondo me, in mezzo a tutta la finzione di internet può essere considerato un luogo in cui le persone giocano ad essere sincere oltre che ballerine professionista.

Questo trend, appunto, viene fatto da ragazze di circa la mia età che mostrano le storie che hanno fatto da ragazzine spiegando la vera dinamica della situazione.

Vedendo questi video si scoprono storie a dir poco assurde di persone che vivevano quasi due esistenze diverse, nei social erano felici e raggianti, poi in realtà piangevano e sopprimevano i cantiozzi contro il cuscino di notte.

Hanno fatto anche svariati film su questo argomento, la classica ragazza popolare che incentra la sua vita su instagram poi viene trollata e cambia completamente vita, ma caro lettore svegliamoci.

Questo continuo voler sembrare perfetti ci conduce pian piano e senza che ce ne accorgiamo alla più crudele infelicità.

Perché poi quelle cose non sono vere, poi in realtà siamo soli, tristi, incompresi, insicuri, incerti e conosciamo persone che pensano di sapere chi siamo, ma che una volta entrate nel vivo di noi, nel vero di noi, non rimangono e quindi la nostra vita si ritrova ad un certo punto ad essere un film di cui noi dobbiamo essere i protagonisti che seguono un copione fingendo e sperando di non essere scoperti.

Ci ritroviamo legati in mezzo a stereotipi,

ci ritroviamo a dover pubblicare qualcosa almeno una o due volte alla settimana perchè, è vero o no caro lettore, che chi non pubblica mai viene considerato o morto o stano.

Per non parlare di chi non ha instagram, io ricordo il primo anno di medie, mi sentivo abbastanza una sfigata a non avere che l'ho fatto di nascosto dai miei genitori e ricordo una mia amica, incosciente dei pericoli che dopo aver chattato qualche giorno con quello che sembrava il ragazzo dei sogni, all'incontro si è trovata un cinquantenne stempiato e con la pancia.

E ripensandoci ora, l'unica cosa intelligente che abbiamo fatto è stata non farla andare da sola, e quella corsa nei campi per scappare in cui abbiamo riso come matte è stata ciò che c'ha salvate ea ripensarci ora mi vengono i brividi.

Altre invece, si trovano sole e non fanno in tempo a correre.

Come ho detto prima probabilmente queste cose vengono dette e ridette, ma poco spesso viene fatto un riferimento a quanto questi social, benché siano stati la creazione e la svolta del secolo, abbiamo portato anche ad una grossa finzione e paura di essere giudicati che spesso ci conduce a soffrire con noi stessi.

Per anni molte persone hanno avuto un rapporto tossico con i social, era bello perchè eri sempre in contatto con qualcuno, era bello perchè potevi mostrare agli altri che quel giorni eri carina, che stavi facendo qualcosa, che eri innamorata, divertita.. ma d'altra parte vedere e rivedere ragazze magari più magre e informa di te, ragazzi più belli, e persone più felici faceva in modo che tu non riuscissi ad apprezzare quello che avevi, perchè se un tempo l'erba del vicino la vedevi andando al mercato o parlando direttamente con una persona che poi forse non rivedevi per una settimana, oggi, ogni giorno, ogni ora puoi vedere una storia, è lì sotto il tuo naso, in mezzo alle tue mani e purtroppo siamo così legati a questi social che l'idea di uscirne è improponibile ecco perchè io definisco questa relazione tossica.

E caro lettore, io di sicuro non sono più brava né di te né di nessun altro, queste sono le parole, la teoria, ma poi nei fatti quando vedo una persona sempre in giro, sempre sorridente e ben vestita mi sento tremendamente invidiosa e inferiore.

Quindi forse, scrivere queste parole mi aiuterà, la prossima volta che vedrò una storia cercherò di immaginare quello che non viene mostrato e spero che dopo queste mie parole lo farai anche tu.

Ma perchè abbiamo deciso di affrontare questo argomento con ProCron.it?

Il motivo è semplice: questo cambiamento di punto di vista mi è stato possibile grazie ad una maturazione a livello mentale, sempre grazie ad un percorso in cui quella che contava ero io, ma indispensabile era chi mi accompagnava.

Per arrivare qui sicuramente non ci ho messo il tempo di una storia, non è stato facile come mettere un post, è stato un percorso impegnativo, un percorso che deve ancora finire e che forse dentro di me non finirà mai, un percorso che ti porta a scavare dentro te stessa e a vedere quella maledetta erba del vicino, un po' meno verde e un po' più finta.

Spesso conosciamo la risposta alle domande è solo che abbiamo bisogno di qualcuno che effettivamente ci ponga queste benedette domande, perchè da soli riusciamo solo a sentire che c'è qualcosa che non va, ma mai a capire cosa sia il problema.

Queste incognite, caro lettore, ti potranno essere fatte dai professionisti di ProCron.it e qui tu mi dirai eh no, ancora domande? già sono confuso per conto mio..

sei confuso? come quando devi fare un esercizio di matematica ma non sai la formula?

e se noi riuscissimo a dirti qual è la formula? e se noi, proprio come - in teoria - dovrebbe fare un professore di matematica ti aiutassimo, dandoti i giusti strumenti per risolvere finalmente quel problema? quanto bello bello e soddisfacente sarebbe risolvere ed eliminare finalmente quel punto di domanda?

Sai, caro lettore, prima di rivolgermi a qualcuno, soffocavo i miei pensieri con le cavolate di Tik Tok, guardavo la televisione tutto il giorno ed evitavo qualsiasi contatto con la realtà, perchè mi faceva paura, perchè non sapevo come affrontarla, perchè a differenza della mia vita nei film nulla dipendeva da me, ero solo una spettatrice, se qualcosa andava male io non centravo, vedevo le cose da fuori e nulla mi toccava.

Ero diventata talmente apatica che avevo smesso di vivere davvero, ero diventata una semplice comparsa della mia vita, facevo le cose che dovevo fare, perchè ero obbligata a farle: andavo a scuola, studiavo, dormivo, mangiavo (se la mia mente me lo permetteva), ero come un robot, ero vuota, ero un buco nero.

Quindi spesso, i social sono per noi la cura del veleno stesso che abbiamo in corpo, è un modo per alienarsi, per uscire, per non pensare eppure, non è la soluzione.

E' solo un girare intorno all'ostacolo, non guardarlo in faccia, evitarlo, girare e girare e girare per poi doversi fermare obbligatoriamente perchè il nostro stomaco non regge più.

Questi sono stati i social per me, una montagna russa che mi distraeva dalle realtà, ma che non risolveva il problema che mi aspettava a terra.

Pensavo di poter non scendere mai, pensavo di poter controllare la sensazione di conati di vomito che si facevano sempre e sempre e sempre più forte eppure, ad un certo punto, dove la testa decide di non guardare, il corpo decide di mettere i riflettori.

E poi si è obbligati a far fronte non ad uno ma a migliaia di quei piccoli problemi che abbiamo evitato e sono diventati enormi. Ne sentiamo il peso sulle spalle e sono come un mostro invisibile, un'ombra che ci segue ovunque e che ci perseguita.

Un altra cosa che mi ha spaventata molto durante le mie ricerche per scrivere questo articolo è stato constatare che moltissimi studi decretino e incolpino i social di incrementare la crescita dei disturbi alimentari (DCA) nei giovanissimi.

Perché effettivamente internet è come se ci istruisse a ciò che è "giusto", e ciò che vediamo sono corpi che sembrano disegnati, pance piattissime, vite strettissime e cosce secche.

E come un neonato impara dai genitori cosa fare, le adolescenti hanno seguito Instagram e le modelle del mondo e le hanno copiate.

Hanno visto corpi magrissimi e hanno deciso che anche loro volevano essere così senza conoscere il prezzo, e prima che il mondo virtuale venisse minimamente sensibilizzato al problema, centinaia di migliaia di ragazzine hanno smesso di mangiare, ha iniziato a vomitare, a pentirsi, a soffrire, a ingozzarsi per poi correre fino allo sfinimento.

Io, caro lettore, sono sfuggita dalle grinfie di questo mostro perchè fortunatamente seguita da dei genitori molto intelligenti e successivamente da professionisti una volta riscontrato i problemi col cibo legati alle allergie alimentari, ma conosco mie coetanee che hanno combattuto col sangue una guerra fredda fra loro, il cibo e la sanità mentale, che perso momenti di vita e creato cicatrici impossibili da rimarginare.

Circa il 10% - fino al 21% - del tasso di mortalità è ricoperto dai DCA, la stima per una guarigione con l'auto da parte di uno psicologo è di circa di anni, senza, di una vita intera.

Inoltre, più del 50% dei ragazzi tra gli 11 e 17 anni ha subito episodi di bullismo, e tra chi utilizza quotidianamente il cellulare (85,8%), ben il 22,2% riferisce di essere stato vittima di cyberbullismo.

Detto questo, cogli il meglio, vivi al massimo, non farti sovrastare, fatti rispettare, non farti zittire e se ci sei dentro anche solo una mezza scarpa chiedi aiuto, prima di essere trascinato dentro le sabbie mobili, i social sono tossici, ma siamo noi a decidere quando iniziare a vivere.


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