Psiche e Corpo


Il Ruolo della Psiche nella Malattia Cronica

Il corpo può ammalarsi, lo sappiamo tutti! e lo sanno molto bene e, soprattutto, lo sperimentano quotidianamente, le persone che soffrono di una malattia cronica autoimmune. 

Ma c'è anche un'altra verità, che forse non altrettante persone sanno e che non è così scontata, ed è  l'enorme potere che ha la nostra mente nel reagire alla malattia . Se il concetto è vero di per sé per le malattie in generale, il ruolo della psiche , nel suo significato etimologico di “ anima ” e “ respiro vitale” (dal greco psykhḗ), con la quale oggi indichiamo nella scienza psicologica l'insieme di funzioni quelle cerebrali, emotive, affettive e relazionali dell'individuo , assumono una rilevanza di “pietra angolare” nella cronicità.
Ciò che il corpo sente è influenzato dalle emozioni e dai pensieri, esattamente come ciò che sentiamo nel corpo condiziona i nostri pensieri e le nostre emozioni.

"Spesso nella malattia ci identifichiamo nell'immagine limitante del nostro corpo sofferente e malato, senza verificare se davvero i limiti che ci siamo imposti siano sempre reali e validi." 

Ti risuona familiare? Potrebbe essere parzialmente vero? E' ora di ritrovare la consapevolezza dei nostri limiti ma anche e soprattutto delle nostre risorse .

Il ruolo della Psiche tra mente e corpo

La psiche ha un ruolo fondamentale nel mantenere l' equilibrio e la salute nelle persone, soprattutto quando insorge una malattia. 

Il nostro approccio biopsicosociale si rifà alle teorie del medico psicologo di Wilhelm Reich , alla Bioenergetica dello psichiatra psicoterapeuta  Alexander Lowen  e al fondatore della Psicologia  Umanistica centrata sul cliente, lo psicologo Carl Rogers . Cosa hanno in comune? Credono nell'integrità psicofisica dell'uomo . Dobbiamo superare la scissione tra mente e corpo se vogliamo davvero aiutare le persone che convivono con una malattia cronica a imparare a convivere con essa. Dobbiamo “restituire la psiche al corpo” per dirla con Lowen. Psiche. Il corpo è impregnato di uno spirito che è attivato dalla sua psiche e si prende cura delle sue azioni.

La psiche e il corpo sono due aspetti di un processo unitario e allo stesso tempo differenziato. Sono coinvolti insieme ma sono anche funzioni diverse che l'una sull'altra si influenzano. 

Questo vuol dire che quando insorge una malattia   quella che accade nel corpo influenzerà la nostra psiche , che una sua volta influenzerà, positivamente o negativamente (dipende dalla reazione), il corpo amplificando o riducendo gli aspetti somatici e sintomatologici della malattia stessa. L'andamento delle malattie croniche, grazie anche ai protocolli sanitari farmaceutici, ad oggi è tenuto sotto controllo nella maggior parte dei casi.  Pur non essendoci cura in grado di eliminare sicuramente le malattie croniche i protocolli attuali mirano a tenere sotto controllo i sintomi e le manifestazioni cliniche con risultati ottimi anche se ancora la ricerca dovrà fare ulteriori sforzi e anche se, purtroppo, una percentuale di pazienti non risponde ai trattamenti ed è costretta a condizioni invalidanti tali da non consentire di conservare la propria autonomia.

Mentre le sperimentazioni e la ricerca si proseguono nella lotta alle malattie, ProCron  si rivolge a tutte quelle persone che hanno un adeguato  livello di autonomia e su cui le terapie farmacologiche hanno una discreta/buona efficacia e che per questo sono pronte al passo successivo, ovvero quello di “rivedere” se stessi e riprendersi la “ responsabilità” della propria salute , prendendosi cura del proprio cuore , della propria mente e del proprio corpo .

Non è un percorso facile né tanto meno immediato ma crediamo che le persone se supportano e mettono nelle giuste condizioni scelgano sempre di proseguire nella propria auto-realizzazione e non di regredire.

Risvolti psicologici nelle malattie croniche

Le due principali caratteristiche di una malattia cronica sono l' imprevedibilità e il fatto che non esiste una cura . Ogni diagnosi suona come una sentenza definitiva.  E' una condizione destabilizzante per chi la vive. L'imprevedibilità pone le persone in costante tensione emotiva di non sapere cosa accadrà. Se ci consideriamo bene nessuno conosce il futuro e sa cosa accadrà domani, ma sapere di avere una condizione più o meno severa - per sempre - che possa “farci tanto male” è vissuta come una minaccia!  E' una vera minaccia per la nostra integrità fisica e psichica e attiva reazioni biochimiche a livello corporeo e sentimenti di paura, rifiuto, rabbia negazione..e potrei elencare tutte le sfumature personali della tempesta emotiva che invade la persona. Uso il termine invade ..proprio perché la prima reazione è istintiva e reagisce a qualcosa che ci è piombato addosso dall'esterno (non voluto, non cercato ... ad un primo livello consapevole) ed ognuno reagirà in base al proprio carattere, condizione e immagine di sé che aveva prima di ricevere la diagnosi. Le reazioni sono le più diverse come le emozioni ei bisogni che sottostanno perché siamo tutti diversi, e non vi è un modo giusto di reagire. La prima cosa da sapere è che tutte le emozioni hanno diritto di esistere . Accogliamole come parte di noi! 

Fronteggiare una diagnosi di malattia cronica significa, in prima battuta, affrontare sentimenti di rabbia, vergogna, tristezza, proprio come nell'elaborazione di un lutto . Si ha infatti la sensazione di aver perso una parte di sé, non ci si riconosce più. In più ci si sente come "traditi" dal proprio corpo. Sentiamo di non poterci più fidare del nostro corpo.  Una malattia cronica obbliga ad una revisione della dimensione immaginaria e reale della propria salute, del proprio io, dei propri limiti. Impone un cambiamento, con tutte le conseguenze del caso. Inoltre, i l dolore cronico , che spesso accompagna questo tipo di malattie, non è solo fisico ma anche psicologico.  Il dolore cronico in alcuni casi può diventare così invalidante, che frequentemente è associato ad alti gradi di sintomi depressivi. 

I sintomi possono comparire all'improvviso, causando uno sconvolgimento nella quotidianità della persona, o gradualmente, passando per normali segni di invecchiamento fino a quando non causano un notevole grado di disagio e disabilità; molto spesso, poi, si verifica un'alternanza di periodi di relativo benessere e periodi di riacutizzazione dei sintomi. Questo stato di incertezza e impossibilità di verificare e controllare il decorso della patologia (e quindi la propria vita), diventa un fattore scatenante di stress e sindromi di ansia generalizzata.

Numerosi studi hanno evidenziato la maggiore incidenza del disturbo d'ansia e dell'umore nelle persone affette da patologie croniche (Ewan, Lowy, Reid, 1991; Siegel e Leaks, 2002; Nordenstrom, 2011).Gli studi sottolineano inoltre come spesso sapere di avere una malattia cronica incide negativamente sul benessere psicologico e sulla qualità di vita delle persone, indipendentemente dalle reali condizioni di salute. Il solo fatto di sapere di essere malati rende malati . E' necessario uscire da questo schema vizioso di autoproduzione e alimentazione di malessere. 

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